IL CASO DEL VALLO DI DIANO

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Il 2 novembre 2020 in Tunisia è stata aperta un’indagine per traffico di rifiuti dopo che sono entrati nel Paese 282 container di rifiuti provenienti dall’Italia.

A novembre 2020, il Vallo di Diano diventa protagonista di un enorme scandalo internazionale di rifiuti.
Per chi non conoscesse il territorio, il Vallo di Diano è un’area pianeggiante della provincia di Salerno, racchiusa tra le dorsali appenniniche e il fiume Tanagro. Per la sua posizione geografica – tra la Basilicata, la Calabria e il nord della Campania, e per la presenza dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria – l’area svolge da sempre un importante ruolo di cerniera e di connessione. Queste caratteristiche l’hanno resa almeno da trent’anni appetibile alle mire espansionistiche ed egemoniche delle organizzazioni criminali campane e calabresi. Al tempo stesso, è un territorio aperto, vasto e spopolato, privo di presidi dello Stato e di forze dell'ordine. 

Il lavoro giornalistico portato avanti da* giornalist* Sara Manisera, Arianna Poletti e Pasquale Sorrentino, porta all’apertura di un’indagine da parte di due procure della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e Salerno.

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Le prime inchieste sono state pubblicate su IrpiMedia in collaborazione con Rai News 24, Inkyfada, Domani e Repubblica

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Sempre su IrpiMedia, a luglio 2021, viene pubblicato un approfondimento sul Vallo di Diano che ricostruisce la presenza storica delle organizzazioni di stampo mafioso sul territorio.

A febbraio 2024, arrivano gli arresti di un funzionario della regione Campania e di diversi imprenditori del settore.